La Storia del Biondo Tardivo di Trebisacce
Un viaggio affascinante attraverso i secoli, dalle antiche radici coltivate nei "giardini" locali, attraverso il rischio di scomparsa, fino alla recenti rinascita di questo prezioso agrume calabrese.

Origini Antiche e Tradizione
La coltivazione del Biondo Tardivo affonda le radici nell'antichità, nei fertili "giardini" (vigne) di Trebisacce. Da generazioni, le famiglie locali curano questi agrumeti, beneficiando del microclima unico creato dalla vicinanza del mare e dalla protezione dei monti. Questa combinazione permetteva una maturazione prolungata, offrendo arance fresche "fuori stagione".
Per lungo tempo risorsa economica fondamentale, il Biondo era spedito sui mercati nazionali quando le altre arance scarseggiavano. La raccolta avveniva direttamente dall'albero al momento del consumo, preservando dolcezza e fragranza, un privilegio di questa terra.

Declino e Riconoscimenti
Nel tardo XX secolo, l'abbandono degli agrumeti e la concorrenza misero a rischio la coltivazione. La superficie coltivata si ridusse drasticamente, portando il Biondo Tardivo vicino all'estinzione.
Alla fine degli anni '90, agronomi e istituzioni lanciarono l'allarme. Nel 2002, ottenne il riconoscimento PAT e nel 2019 fu iscritto nel Registro Nazionale delle piante da frutto.
Rilancio e Futuro
Nel 2019 nasce il Consorzio per la tutela e valorizzazione, unendo produttori locali per rilanciare produzione ed export.
Nel 2024 è nata la Comunità Slow Food "Biondo Tardivo di Trebisacce", unendo produttori e appassionati per tutelare e promuovere questo bene comune.
Si punta ad aumentare la produzione sostenibile, coinvolgere nuove generazioni e ottenere la certificazione IGP per dare visibilità internazionale.